Usata e diffusissima in ambiente SEO, la pratica del redirect degli URL viene utilizzata per cambiare un preesistente URL e far sapere agli utenti, oltre che alla Ricerca Google, la nuova posizione di una determinata pagina.

In pratica i redirect, ossia i reindizzamenti, sono necessari per replicare a varie esigenze ma, tuttavia, è fondamentale riconoscere a quale tipologia delle stesse appartiene la pagina in modo da scegliere il redirect adatto per le proprie necessità, evitando in questo modo equivoci che potrebbero compromettere la reperibilità del sito in fase di ricerca.

Ecco spiegati i redirect delle pagine

Si tratta di un’operazione che viene automaticamente espletata dal server che reindirizza utenti e crawler dei motori di ricerca che raggiungono un determinato URL, verso un altro originariamente non previsto e che quello dove si trova posizionata la pagina. In maniera invisibile questa funzione rigira le richieste di specifiche risorse del browser verso il corretto URL informando nel contempo anche i crawler di questa variazione nello stesso momento nel quale viene digitato il vecchio URL.

Quando occorre prevedere il redirect

Questa pratica si rivela particolarmente utile nei casi sotto riportati:

– Migrazione del sito verso un nuovo dominio affinché la transizione avvenga in modo semplice.

– Accorpamento di due siti dove occorre verificare che i collegamenti ipertestuali verso URL non più attivi siano reindirizzati correttamente verso le pagine attualmente in essere

– Eliminazione di una pagina onde rigirare gli utenti verso una nuova pagina.

– Cambio della struttura URL e di CMS.

– In caso di correzione di link rotti che conducono ad una pagina inesistente.

– Per consolidare gli accessi al sito attraverso differenti URL.

– Interventi e manutenzione su specifiche pagine con lo scopo di indirizzare l’utenza provvisoriamente verso altre pagine.

La ragione per la quale è fondamentale la corretta operazione di redirect SEO

Abbiamo accennato che se si sbaglia l’utilizzo dei redirect questi possono originare problemi che agiscono criticamente verso la user experience delle pagine e la SEO del sito.

Eliminare una risorsa o mutare URL senza prevedere un ottimale redirect determina il raggiungimento di un indirizzo irraggiungibile, ossia l’errore 404. Risulta ovvio che ottimizzando i redirect si avrà la certezza di disporre di un flusso di navigazione fluido e anche evitare di penalizzare il posizionamento fino a quel momento maturato in quanto sia l’utenza che il crawler vengono automaticamente trasferiti senza problemi e questo significa il mantenimento del ranking raggiunto.

La nuova guida del redirect Google

Importante è la pagina di aiuto presente su Google Search Central – al momento solo in lingua inglese – dove vengono illustrati i differenti tipi di redirect degli URL e quali effetti provocano a proposito dell’esito della ricerca. Inoltre si possono scoprire informazioni su qualsiasi tipologia di reindirizzamento con tanto di esempi e dettagli.

Vari tipi di redirect

L’utenza non esperta non è in condizione di decifrare quali tra gli indirizzamenti sia quello a loro più opportuno ma Google li considera in moda differente in termini di potenza dei segnali inviati all’URL di destinazione. La scelta del redirect è legata alla durata ipotizzata del reindirizzamento e dalla pagina che si vuole che far visualizzare dalla Ricerca Google.

In questo modo si avranno sia redirect permanenti che redirect temporanei che possono essere declinati per una dozzina di modi e ordinati in base alla probabilità che il crawler sia nella condizione di interpretarli correttamente

Consigli utili

Su Google potete trovare delle chiare e dettagliate linee guida su come il motore di ricerca gestisce i redirect e suggerisce in che modo minimizzare i rischi lato SEO e come implementare la soluzione in modo adeguato. 

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